Corsione affonda le sue origini nella notte dei tempi: il documento più antico che possediamo, per quanto non concordemente interpretato dagli studiosi, è dell’11 novembre 941, da cui risulta l’esistenza di possessi fondiari affidati alla Chiesa di Asti: il dato certo è che comunque già esisteva un nucleo abitato. Il primo atto storico sicuro è del 1156 (20 dicembre) con cui il Papa Adriano IV riconosce i possessi della Cattedrale di Asti, tra cui anche "due parti del castello maggiore di Corsione". Si può quindi ricavare che nel corso del tempo Corsione abbia avuto un’ubicazione non unica, ma diffusa sulle colline che ne costituiscono il territorio comunale: ad esempio, se, come pare, da una parte del castello maggiore sarebbe stata ricavata l’attuale chiesa parrocchiale, si può supporre che esistesse una fortificazione minore collocata su una collinetta adiacente all’abitato, sulla quale sorge del resto una chiesetta, detta ‘dell’Aniceto’, che in tutte le fonti è definita antichissima, situata dirimpetto ad una costruzione a carattere difensivo, sulle cui fondamenta sorgerebbe ora la cascina detta del Colombaro
Nel 1652 gli homines di Corsione giurarono fedeltà a Carlo II, marchese del Monferrato (si deve notare che la famiglia dei Gonzaga, per sostenere le enormi spese della sfarzosa corte mantovana cominciarono a vendere possessi e titoli nobiliari, e Corsione, come le zone limitrofe, divenne proprietà di signori in qualche modo legati alla famiglia dei Gonzaga ed in generale alla nobiltà della città di Mantova). Il ‘600 non fu per il Monferrato un’epoca felice, con un seguito quasi ininterrotto di guerre e di devastazioni: gradatamente la presenza dei Gonzaga si indebolì, fino a che non subentrò quella dei Savoia (sec. XVIII, in particolare con Vittorio Amedeo II, nel 1708).
Nel corso delle guerre mondiali Corsione diede il suo contributo di vite: in modo particolare si deve ricordare la medaglia d’oro al valore militare del Tenente Colonnello Luigi Piglione, caduto nel maggio del 1916 sul monte Kukla, nell’attuale repubblica slovena; durante la seconda guerra fu naturalmente occupato dalle truppe nazifasciste dopo l’8 settembre, senza tuttavia essere toccato dalla violenza che contrassegnò altre parti del Monferrato e delle Langhe.