Civitacampomarano è un piccolo centro dove storia, cultura, natura incontaminata, rappresentano un valore immenso. Ai visitatori, data la sua dimensione demografica, pare impossibile che vi possa essere un patrimonio così ricco, ed è per questo che dopo averlo visitato si resta stupiti. In quest’angolo di Molise, pochi immaginavano di poter trovare il Castello Angioino, in tanti non pensavano che da qui provenissero grandi uomini: Vincenzo Cuoco e Gabriele Pepe. Civitacampomarano vi aspetta, affinché la sua scoperta possa stupirvi. Benvenuti in un borgo che merita ritorno…Dalle origini ai giorni nostri
Civitacampomarano sorge sulle verdi colline che circondano la vallata del fiume Biferno. Il paese si raggiunge dopo aver percorso quelle strade tipiche della campagna molisana, che si snodano lungo le pendici collinari e attraversano i tanti paesini della provincia di Campobasso.
Incerta è l’etimologia del nome Civitacampomarano. Si ritiene che in origine il paese prendesse il nome di Campimarani , avvalorando l’ipotesi che fosse sorto sopra una preesistente Civitas, che secondo alcuni studiosi si identifica nella cittadina Sannitica Maronea.
Secondo altri invece, Civitacampomarano significa semplicemente “Città di luogo (Campo) ombroso (Marano)”, cioè ricco di boschi e ombreggiato. La prima attestazione scritta del nome Campomarani, compare in un documento redatto dalla cancelleria dell’ Imperatore Ottone III di Sassonia nel 999 d.c., che conferma la donazione precedente della “Ecclesia S. Angeli in Altissimis super flumium Bifernum in finibus Campomarani” dell’ 870 d.c., fatta dal principe longobardo Arechi II in favore della Badia di S. Sofia a Benevento. Sul monte S. Angelo sono ancora visibili i resti della chiesetta.
Nel corso del X secolo d.c. si ha la costituzione nella sua forma attuale, frutto della fusione dei diversi villaggi della valle. Campomarano inglobò parte della popolazione circostante, avvenimento che comportò una notevole crescita economica, tanto da indurre i suoi abitanti a fregiarsi del titolo di “Civitas” che, aggiunto al nome antico, avrebbe dato luogo all’attuale Civitacampomarano.
Il paese nel corso dei secoli ha conosciuto il dominio di varie civiltà: longobarda, normanna, aragonese e borbonica.
I secoli XVIII e XIX, rappresentano senza dubbio il punto più elevato e glorioso del paese, che ha visto un significativo incremento demografico, con la popolazione che ha superato le 3000 unità, il fiorire di uffici e servizi unici nel territorio: Ospedale, tribunale, scuole, confraternite, l’ufficio del registro, ecc.
La forte emigrazione del dopo guerra, la recente mobilità verso i principali centri della Regione, hanno portato il paese ad un costante spopolamento: oggi si contano 534 abitanti.
Il Borgo e la storia
La casa del mercante
Tra i tanti vicoli del borgo antico, è facile scorgere preziose testimonianze architettoniche del passato, tra esse la Casa del Mercante, ormai parzialmente crollata. La costruzione, situata in Via Vincenzo Cuoco, risale al XVIII secolo, come indica la data 1732 incisa su di una pietra a forma di cuore murata sulla facciata. Il portone, con arco a tutto sesto, è diviso da un parapetto che permetteva la vendita delle mercanzie.
Il cimitero napoleonico
In località C.da Guaralla sorge l’antico cimitero del paese. Il sito, ben conservato, costruito secondo i dettami dell’editto di Saint – Cloud del 1806 promulgato da Napoleone Bonaparte, è uno dei pochi esempi di architettura cimiteriale napoleonica presenti nel centro – sud Italia.
Edificato su una masso d arenaria che si erge prorompente tra i torrenti Mordale e Vallone Grande, il castello di Civitacampomarano rappresenta un pregevole monumento dal grande valore storico. La fortezza, che un tempo sorgeva isolata nei suoi fossati nella parte alta del centro abitato a cui non si poteva accedere quando era chiusa la porta di cinta, oggi si trova al centro del paese. Infatti fin dal XVIII secolo il borgo aveva cominciato ad espandersi innanzi al castello, quindi dal lato opposto rispetto al primitivo insediamento. Il castello si trovò così a dividere in due il paese, distinto in “Civita di sotto” e “Civita di sopra”. Nel lontano 1795 gli abitanti delle due “borgate”, esasperati da questa sconveniente separazione, insorsero riempendo il fossato per creare un collegamento tra le due parti, erigendo una strada che oggi costeggia il castello dal lato nord.
Probabilmente il castello fu edificato intorno al XIV secolo d.c., sotto la dominazione angioina (Carlo I d’Angiò), anche se le caratteristiche architettoniche rimandano ad una sua costruzione databile alla seconda metà del XIII secolo. È a pianta quadrangolare, sul lato occidentale vi sono due torri angolari di forma cilindrica. Sulla facciata principale è murato lo stemma della famiglia di dei di Sangro e sono ben visibili le aperture dove scorrevano le catene per il ponte levatoio.
Nel cortile vi è una fontana decorata con figure zoomorfe di epoca incerta. Con Decreto del Ministero dei Beni Culturali, il 2 maggio 1979 il castello di Civitacampomarano è stato dichiarato monumento nazionale.
Il castello è di proprietà del Ministero dei Beni Architettonici e Culturali. Il Comune ha una concessione in uso dalla Soprintendenza del Molise e ne cura le visite guidate.
Per le visite al Castello Angioino (gratuite) ed i tour "Civita La Storia" (al costo di € 3,00) e "Civita La Natura" (al costo di € 5,00) organizzati dalla locale Pro Loco, è possibile prenotarsi al sito www.civitacampomarano.net